Per capire cosa sia un puls-CO-ossimetro e perché viene utilizzato occorre prima capire a cosa serve un pulsossimetro e quale è uno dei suoi maggiori svantaggi.
Ma vedremo tutto di seguito, ti spiegheremo tutto passo dopo passo.
Pulsossimetro e puls-CO-ossimetro cosa sono e quando utilizzarli
Loro compito è quello di misurare la saturazione dell’ossigeno nel sangue, ma come vedremo, il secondo, va a colmare alcune lacune nel funzionamento della prima tipologia di prodotto.
Il pulsossimetro è anche conosciuto come saturimetro e in generale, viene utilizzato per misurare la percentuale di emoglobina legata.
Come ben saprai i globuli rossi si legano alle particelle di ossigeno che possono prendere dai polmoni, per portarle in tutto il resto del corpo.
Ma si parla di emoglobina legata e questo senza distinzione della tipologia di gas a cui si lega.
Il pulsossimetro è dunque un apparecchio che dovrebbe essere utilizzato da tutte le persone affette da patologie polmonari e cardiache, al fine di tenere sempre sotto stretto controllo lo stato di salute generale.
Come vedremo di seguito ci sono casi in cui le misurazioni del saturimetro non sono attendibili ed ecco che viene utilizzato il puls-Co-ossimetro.
Limiti del pulsossimetro
Si tratta di un apparecchio che permette di procedere a un esame per nulla invasivo, molto semplice da fare.
Nato per essere utilizzato in ambiente ospedaliero, è proprio la semplicità dell’uso che ha fatto si che possa essere applicato anche all’ambiente domestico.
In questa maniera il saturimetro permette di tenere sotto controllo il proprio stato di salute generale e di tenere traccia delle misurazioni.
Occorre però specificare che ci sono specifiche situazioni in cui il pulsossimetro può non effettuare delle rilevazioni affidabili:
- in presenza di vasocostrizione periferica: quando non circola sufficiente sangue nelle zone periferiche del corpo;
- anemia;
- movimenti inaspettati del paziente: questo non vale però per i pulsossimetri pediatrici in grado di effettuare una misurazione giusta anche se il bambino si muove.
Altro caso in cui il saturimetro non è affidabile è in caso si intossicazione da monossido di carbonio.
L’emoglobina che si lega a questo gas verrà considerata allo stesso modo di quella che si unisce alle particelle di ossigeno.
Ecco che allora è stato ideato il puls-CO-ossimetro in grado di distinguere le particelle di sangue che si legano esclusivamente all’ossigeno.
Il puls-CO-ossimetro per contrastare la Carbossiemoglobina
Solo negli ultimi anni è stato ideato questo particolare strumento il puls-CO-ossimetro.
Un apparecchio che è in grado di misurare la saturazione dell’ossigeno dell’emoglobina, ma anche di distinguere i livelli di caboessiemoglobina, ossia la presenza di emoglobina legata al monossido di carbonio in caso di intossicazione.
In grado di andare a colmare le lacune funzionative del pulsossimetro che come già più volte detto non è in grado di distinguere a quale gas il sangue si lega.
Il puls-CO-ossimetro è in grado di fare questo in quanto emette delle radiazioni luminose a diverse lunghezza d’onda e non solo di una tipologia come avviene invece nel saturimetro.
I fasci di luce diversi tra loro vedono assorbiti in maniera diversa a seconda delle tipologie di emoglobina.
Il corpo incarica del calcolo e della elaborazione dei dati ottenuti permetterà di avere la percentuale di saturazione dell’ossigeno, i livelli di carbossiemoglobina e quelli di metemoglobina, il tutto per una misurazione molto più accurata.
Dobbiamo però specificare che il puls-CO-ossimetro deve essere, per forza di cose, utilizzato dal personale sanitario.
Questo vuol dire che non si tratta di uno strumento che può essere utilizzato a casa in autonomia.
Anche questo lo differenzia e non poco dal classico saturimetro.